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Il buio oltre la gnosi. Colloquio con don Ennio Innocenti

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La gnosi contemporanea nella Chiesa: derive e naufragi del pensiero cattolico fra muri da abbattere e ponti verso il processo di secolarizzazione. Gesuitismo, liberalismo, psicoanalisi: i tre volti della gnosi. E qualche altro dettaglio

Un colloquio con

don Ennio Innocenti 

Marco Sambrunaa cura di Marco Sambruna


Don Ennio c’è molta confusione circa il concetto di “gnosi”. Quasi sempre è connotata negativamente in ambito cattolico, ma occorre fare chiarezza: tu distingui la gnosi pura dalla gnosi spuria. Puoi spiegarci la differenza?

È vero che l’uso prevalente, in ambito cattolico, è di significato negativo, ma è giusto riconoscergli anche un significato positivo, quando la conoscenza (gnosi) è rivolta al mistero di Dio Trascendente e libero Creatore con la consapevolezza che l’accesso possibile a tale mistero è solo con la benevolenza (grazia) divina, come Gesù ha sottolineato: Io sono la porta, nessuno va al Padre se non per me. La gnosi pura è mistica, ma la mistica è segretamente accessibile a tutti, è una vita spirituale che cresce in collaborazione tra libertà e grazia.

BALTHASAR: LE DEBOLEZZE DELLE BUONE INTENZIONI

La gnosi spuria contemporanea è presente in ambito cattolico anche fra personaggi di grande notorietà come De Lubac, Maritain, Rahner, Von Balthasar, Del Noce. Cominciamo da De Lubac, sospettato di modernismo ed esagerato estimatore dell’umanesimo rinascimentale. Secondo vari osservatori l’influenza del teologo francese al Concilio è stata decisiva.

De Lubac, con altri gesuiti, era in contatto con un centro lovaniense che intendeva conciliare il tomismo col trascendentalismo. La sua apologia del cabalista Pico della Mirandola è in realtà la difesa di se stesso e di quelle tesi per le quali egli fu sospettato e anche seriamente accusato dai suoi superiori. Quanto alla sua influenza in Concilio, essa è solo mediata, non diretta, in quanto egli faceva parte, insieme a Rahner, della ampia Commissione Teologica, la quale filtrava i documenti da presentare alla decisione dell’Assemblea Conciliare. Bisognerebbe studiare i verbali di quella Commissione e ben pochi ne hanno avuto accesso.

Per calibrare la personalità e ridimensionare il valore di De Lubac basta leggere la sua “Memoria intorno alle mie opere” edito da Jaca Book nel 1992. La difesa che Balthasar fece di De Lubac nel 1978 (Jaca Book) non è meno compromettente.

Don Ennio, tu scrivi che Von Balthasar, sembra dedicarsi all’impresa di “aprire al nemico” e tessere l’elogio di ciò che non è cattolico. Egli infatti afferma di proporsi di “demolire gli artificiosi muri d’angoscia che la Chiesa aveva innalzato intorno a sé contro il mondo” e di abbattere i bastioni di “una Chiesa che si deve aprire indifesa verso il mondo”. Tutto ciò che non è cattolico, scrive il teologo svizzero, esiste per ricordare alla Chiesa ciò che ancora deve essere incluso. In base a questo postulato non c’è il rischio di integrare nel cattolicesimo ciò che con esso non è conciliabile come il marxismo, il darwinismo o il freudismo?

L’ex gesuita Balthasar, proveniente da studi di storia letteraria, era influenzato dal filotrascendentalismo che aveva coinvolto anche De Lubac e Teilhard. Gli errori moderni che tu nomini hanno tutti la stessa matrice: il razionalismo che si incrocia con il trascendentalismo da cui provengono sia il filone positivista sia quello idealista e poi esistenzialista. Le buone intenzioni di Balthasar vanno vagliate nelle sue voluminose opere (ciò che io ho fatto nel mio lavoro “La gnosi spuria”) indicandone le debolezze.

RAHNER ERA UNO GNOSTICO

Karl Rahner, gesuita
Karl Rahner, gesuita

Karl Rahner ha elaborato l’idea dell’identità cristiana fondata su coscienza ed esperienza, cioè la cosiddetta “svolta antropologica”. Quali sono le sue fonti?

Anche Rahner faceva parte del circolo filotrascendentalista. Anche lui, come De Lubac e Balthasar, non veniva da studi teologici. I superiori l’avevano destinato alla filosofia e per questo egli incrociò Heidegger, da Rahner esaltato come il suo “unico maestro”. Ma anche Heidegger era sotto ipoteca trascendentalista.

Messosi, poi, a scrivere di Teologia, suscitando immediatamente serie riserve da parte dei suoi superiori, vi riversò il suo soggettivismo filosofico. Egli entrò nella Commissione teologica del Concilio senza speciali meriti teologici e Ratzinger se ne accorse solo dopo che fu respinto un lavoro che aveva redatto insieme a lui.

Affermi che la gnosi rahneriana sembra consistere nell’attingere la scienza di Dio non più dalla trascendenza soprannaturale e dalla rivelazione, ma dalla vitalità della storia: possiamo concludere che la conseguenza più importante di questa dinamica sembra essere la desacralizzazione e la dissacrazione del sacro? Deriva da ciò una certa socializzazione della religione?

Sì, Rahner è uno gnostico come il suo vantato “unico maestro”. La deriva storicista, sociologista e politica fu manifesta nei suoi prediletti discepoli che ebbero peso nella teologia della liberazione, poi bloccata da Ratzinger.

Il “pesciolino rosso”, Luise Rinsen, l’amante del gesuita Rahner

Don Ennio ne “Influssi gnostici nella chiesa d’oggi” riporti brani dell’epistolario fra Karl Rahner e la sua discepola e devota Luise Rinser; quest’ultima così scrive al suo mentore nel maggio 1965: “Sai qual è la maggior difficoltà che mi viene da parte tua? Che tu sei un “relativista”. Da quando ho imparato a pensare come te, non oso più affermare nulla con sicurezza.(…) Sento che tu mi togli il terreno sotto i piedi”. Questa destabilizzazione del pensiero è alla base delle incertezze e dei dubbi di fede già denunciati da Paolo VI?

Luise Rinser è stata l’amante di Karl Rahner come prova il suo epistolario. L’accusa che gli rivolge la Rinser è la stessa che gli rivolse, per ordine di Ratzinger, il Padre Ols O.P. dalla prima pagina dell’Osservatore Romano.

METAFISICA ERRONEA DEI GESUITI E GNOSI SPURIA DEI CATTO-LIBERALI

Jacques Maritain
Jacques Maritain

Nella tua imponente opera sulla storia della gnosi indichi come fattore decisivo della penetrazione gnostica nel pensiero cattolico la sostituzione della teologia tomista con l’antropologia trascendentalistica, il situazionismo gesuitico e l’adozione di categorie psicanalitiche. In particolare affermi che la “svolta antropologica” della teologia risente di chiari condizionamenti gesuitici. Puoi approfondire questo aspetto?

Questo è un discorso troppo complesso per una intervista. Bisognerebbe partire dal molinismo e dal suarezismo per analizzare il cedimento gesuitico al cartesianesimo e poi al trascendentalismo. Tutta questa linea è già stata studiata, ma forse sarebbe utile un libro “ad hoc”.

Io mi accorsi che la metafisica gesuitica era erronea, non tomista, quand’ero studente, e mi confrontai per questo con Garrigou-Lagrange che mi confortò pienamente. Poi ritrovai le tesi di Garrigou-Lagrange in Fabro, il quale è uno degli autori che identificò la linea erronea dei gesuiti, ma tardi, quando i gesuiti erano già in pieno marasma e perdettero quasi la metà dei loro “militi”.

Scrivi che anche Maritain non seppe sottrarsi a un certo secolarismo laicista. La sua idea di “umanesimo integrale” è alla base dell’impegno politico dei cattolici del dopoguerra, ma ha anche provocato la permuta del magistero col pensiero liberale. In che modo il catto-liberismo può considerarsi una forma di gnosi?

Il liberalismo è gnosi spuria perché le sue radici sono nel soggettivismo moderno (inglese, francese e tedesco). Il cedimento dei cattolici al liberalismo è già evidente nell’800.

Maritain proveniva da matrice protestante e atea, era un frequentatore di rivoluzionari. Poi si convertì e divenne maurrassiano.  Ma se ne staccò e passò alla sinistra progressista che valutava positivamente la rivoluzione francese e anche quella comunista di cui sperava un recupero (proprio mentre era in atto la persecuzione spagnola). Al momento opportuno cambiò aria e andò in USA donde venne con un giudizio positivo della democrazia dei vincitori, che è liberale. L’assoluta perversità del liberalismo è dimostrata da Leone XIII nell’enciclica “Libertas”. I democristiani non ne tennero conto e, contro l’avvertimento di Pio XII, si consegnarono progressivamente ai liberali, finché De Mita, segretario Dc, proclamò spudoratamente il liberalismo della Dc.

Antonio Rosmini
Antonio Rosmini

Uno degli aspetti più sottili e insidiosi della gnosi contemporanea è l’ontologismo tra i cui seguaci ci sono stati cattolici di indubbio spessore come Rosmini e Del Noce: puoi spiegare in termini semplici in cosa consiste e perché presenta inserzioni gnostiche?

L’ontologismo malebranciano fu espressamente condannato dal Magistero.

Esso era una imprudente derivazione del razionalismo del rosacrociano Cartesio. Era una gnosi spuria che non salvava la trascendenza. Del Noce non seppe tener conto di questo avvertimento e perciò giudicò positivamente anche l’ontologismo di Gioberti, anch’esso irrimediabilmente condannato. Ma quanto a Rosmini, è indubitabile che costui avesse fatto una esatta diagnosi dell’intera linea che va da Cartesio a Hegel, cercando anche di trattenere Gioberti. Pur essendo amico personale di liberali, Rosmini era certamente esatto nella diagnosi dell’errore radicale del liberalismo.

Il suo ontologismo parve equivoco, ma Pio IX lo difese e lo assolse. Dopo la morte di Rosmini l’equivoco riemerse a causa di scritti suoi precedentemente non pubblicati. Il Magistero mise in guardia contro questi equivoci. Solo in epoca recente l’equivoco è stato dissolto. Secondo il mio personale parere solo Ottonello è stato capace di mostrare soddisfacentemente limpidezza e merito del tentativo di Rosmini.

Ma Del Noce accreditava Rosmini mentre ancora era sotto sospetto e non sarebbe stato capace di rivendicarne la purezza perché non era un metafisico, ma piuttosto uno storico, acuto peraltro nel disvelare genesi e connessioni del pensiero filosofico sia idealista sia marxista. Politicamente ondeggiò dal filosinistrismo giovanile al filodemocraticismo della vecchiezza.

Finì i suoi giorni tutto concentrato sul sessualismo contemporaneo (la cui radice è gnostica, per la mediazione di De Sade).

È LA VERITÀ CHE ANNIENTA L’ASSURDO

Alcuni psichiatri sedicenti cattolici utilizzano la psichiatria come mezzo per interpretare fenomeni soprannaturali o insoliti; tuttavia questa modalità spesso ha il fine di “medicalizzare” chi sperimenta fenomeni mistici e di attribuire significati simbolici ad alcuni episodi evangelici. Com’è possibile che una pseudoscienza come la psichiatria possa godere di tanto credito presso la comunità scientifica o addirittura in alcuni settori della Chiesa?

Vuoi scherzare? La psichiatria è una scienza come la fisiologia e la genetica. Purtroppo è vero che molti psichiatri si son lasciati influenzare dalla moda psicoanalitica. La psicoanalisi non ha niente della scienza, perfino quella freudiana, sebbene Freud fosse un neurologo che proveniva dalla scienza positivista. Ma Freud era anche un cabalista, ideologo, drogato… ecc. Peggio di lui fu Jung. Il mio libro “Critica alla psicoanalisi” è stato presentato in Roma, in sesta edizione, dal Presidente degli psichiatri cattolici, uomo di sicura scienza e sicura dottrina e fede cattolica.

Purtroppo vari ambienti ecclesiastici hanno aperto alla psicoanalisi accreditandola perfino nei seminari. Di qui il disastro clericale noto. Quanto al Vangelo non c’è divieto di vedervi anche dei simboli, ma non è permesso ridurre i fatti storici verificati da testimoni oculari a meri simboli.

Dalì, il Cristo di San Giovanni della Croce. Che congiunge cielo e terra col suo corpo: un fatto non un simbolo.
Dalì, il Cristo di San Giovanni della Croce. Che congiunge cielo e terra col suo corpo: un fatto non un simbolo.

Don Ennio, la Chiesa cattolica sembra avere decisamente imboccato la via del declino: la fede è sempre più ridotta a simbolo o, come sosteneva Nietzsche, a un residuo emozionale progressivamente sospinto nei recessi dell’inconscio.

Il cardinale Ratzinger in una celebre intervista ha dichiarato che i cristiani del futuro costituiranno una sparutissima minoranza, Paolo VI si domandava se non fosse prossima la fine e Giovanni Paolo II ha parlato a più riprese di “umanità al bivio”; infine Francesco ha recentemente stipulato una sorta di alleanza col patriarca di Mosca Kirill forse con l’obiettivo di erigere una barriera contro il dilagare del laicismo militante e dell’islamismo. Che cosa è lecito attendersi in un prossimo futuro ? È ragionevole ritenere che il peggio è alle nostre spalle o siamo solo all’inizio della via crucis?

La Chiesa Cattolica è stata sempre nella tempesta ma il Risorto è presente, questa presenza è garanzia migliore di ogni alleanza temporale. È lecito attendersi dal futuro un grande crollo dell’intera civiltà liberale, ma non un naufragio completo della Chiesa perché la missione apostolica deve arrivare all’intera umanità. Credo anch’io che ci attendano durissime prove, ma non dubito mai che la presenza maligna verrà sconfitta.

Adesso ho saputo che la Corte Suprema Canadese ha dichiarato lecito il rapporto sessuale umano con le bestie! Sono coerenti, ma autodistruttivi.

L’Apocalisse avverte che il Logos Vincitore annienta i suoi nemici con la spada che gli esce dalla bocca: è la verità che annienta l’assurdo. L’assurdo svelato è annientato.

FINE

* Nota biografica

don Ennio InnocentiDon Ennio Innocenti (Pistoia, 1932).

Studia a Roma al Collegio Capranica, poi alla Pontificia Università Gregoriana dove ottiene il baccellierato in filosofia, poi consegue il dottorato in Sacra Teologia alla Pontificia Università Lateranense.

È ordinato sacerdote per la Diocesi di Roma il 20 gennaio 1957.

Docente di teologia fondamentale ed ecumenismo (per tre anni è stato il primo segretario della Commissione Ecumenica del Vicariato di Roma), insegna filosofia sistematica e filosofia contemporanea all’Istituto teologico Don Orione, affiliato alla Pontificia Università Lateranense.

Conduce per ventisette anni “Ascolta si fa sera”, celebre trasmissione radiofonica della Rai. I testi delle trasmissioni, tutti elaborati da lui, sono stati raccolti in una grande opera divisa in dieci volumi: Il pensiero della sera, vincitrice del Premio letterario nazionale “Nazareno” (1981).

Dopo essere stato diretto collaboratore di P. Raimondo Spiazzi O.P. nell’ufficio teologico del Comitato centrale del Giubileo del 1974-75 e dopo aver lasciato la lunga collaborazione con il Centro Diocesano di Teologia del Vicariato di Roma come docente titolare di Dottrina Sociale della Chiesa, assume, nel 1984, il commissariamento della Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria degli Angeli dei Cocchieri di Roma (Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis), che diverrà di fatto anche la casa editrice. Con la ‘Fraternitas’ pubblicherà più di cento edizioni su temi di apologetica, estetica, etica, filosofia, mistica, teologia, storia.

Nel 2004 il Sindacato libero degli Scrittori Italiani (SLSI) organizza un convegno di studi sull’opera di Ennio Innocenti (Cfr. Don Ennio Innocenti. La figura, l’opera, la milizia. Atti del Convegno di studi La croce e la spada”. Sindacato libero scrittori italiani, Roma, 23 - 24 aprile 2004, Bibliotheca Edizioni, Roma, 2004).

Dal 1984 è componente del Presbiterio della Basilica di San Pietro in Vaticano.

 

Fra i tanti volumi sull’argomento di questa intervista segnaliamo:

  • La gnosi tra luci e ombre. Atti del secondo convegno di studi sull’opera di Ennio Innocenti, S.F.A.U., Roma (2010).
  • Critica alla psicoanalisi, S.F.A.U., Roma (2011).
  • Influssi gnostici nella Chiesa d’oggi, S.F.A.U., Roma (2012).
  • Continuità della gnosi nella modernità. Atti del terzo convegno di studi sull’opera di Ennio Innocenti, S.F.A.U., Roma (2012).
  • Rivelazione e Storia. Atti del convegno, S.F.A.U., Roma (2014).
  • La Gnosi Spuria, 2 voll., Città ideale, Roma (2013)
  • La Gnosi dei Perfetti nell’Arte e nell’Estetica, S.F.A.U., Roma (in fase di stampa).

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