E perciò bisogna credere (ce la faremo), combattere/garantire/promuovere, ma soprattutto obbedire a chi sta guidando il carrozzone. Noi, scrivono i citoyens, crediamo un sacco di cose giuste, che nessuna persona di buon senso metterebbe mai in discussione. Ma i citoyens pare vivano su Marte, credono a valori e ideali, alla forza dell’inerzia dei buoni propositi, ma poi, tuttavia, sono appecoronati dietro a gente che li ha condotti lì dove sono, cioè mooolto lontani da quello in cui dicono di credere con tanta fede nelle proprie capacità e impegno.
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La mail di
Ruggero*
*(è un lettore di PP, di vasta cultura, filosofo, che spesso ci invia mail con considerazioni molto argute sugli accadimenti di certe giornate. Abbiamo deciso di pubblicarne qualcuna, d’ora in poi, presentandolo solo come “Ruggero”, dal momento che preferisce mantenere riservato il suo nome. Le pubblicheremo ogni volta così, senza un vero apparato grafico, con la dicitura “la mail di Ruggero”)
Gli affamati li avrete con voi fino alla fine del mondo
Mi sono chiesto, da cristiano, che documento è la “Carta di Milano”?
Sicuramente materialista e futurista, che mira alla prosperità che appaga e ad espandere le libertà umane. Nell’equità… C’è in gioco un futuro da salvaguardare, lo sviluppo nel 21° secolo…
Quante libertà umane esistono? Tante quante le voglie di ciascuno? E di quale equità si parla? E di quale realtà? In un modo di megalopoli da 10 milioni di abitanti, il cibo a “Km zero” lo produrranno sul balcone (chi ce l’ha) o nello spartitraffico dell’incrocio più vicino?
La risposta è una risposta con la prima persona plurale, non il plurale maiestatis, ma dei “cittadini”. Questo essere citoyens ricorda subito un’esperienza rivoluzionaria fondativa del mondo com’è e come vorrebbe essere, sempre di più. Perciò ecco subito un “diritto”: al cibo. Non mangiare è una violazione alla dignità dell’uomo.
Non fa una grinza, visto come sono goloso, quante volte mangio e quanto apprezzo la qualità… Ma certamente ricorderete Qualcuno che ha detto “i poveri, e duquqe gli affamati, li avrete con voi sino alla fine del mondo”, e ha aggiunto “non di solo pane…” eccetera. Ma è un fuori trend.
Insomma la prosperità dell’uomo non è solo libertè, egalitè, fraternitè, con la felicità sullo sfondo del pensiero che conduce alle magnifiche sorti e progressive dell’uomo che si salva da solo.
La forza dell’inerzia dei buoni propositi
Mentre “l’energia per vita” fa cantare l’inno italiano cambiando le parole del finale… mentre “l’albero della vita” pare conquistato da chi evita accuratamente di fare i conti con la scorrettezza nei riguardi di quello “del bene e del male”… mentre le borse speculano sul cibo, i ricchi arricchiscono, le corporations mettono le mani sui beni pubblici (l’acqua) e le multinazionali imperversano con gli OGM e il cibo industriale, qui non solo si scrive che si ha diritto al cibo, ma pure “sano”. Lo chiedono i citoyens, lo chiede la mitologica “società civile”.
Eh già, perché in un mondo mai così insozzato dal peccato, dallo spregio al Creatore, le creature vogliono essere belle, sane, nutrite ma “fit”, ricche ma solidali, soprattutto “pulite”.
E perciò bisogna credere (ce la faremo), combattere/garantire/promuovere, ma soprattutto obbedire a chi sta guidando il carrozzone. Noi, scrivono i citoyens crediamo un sacco di cose giuste, che nessuna persona di buon senso metterebbe mai in discussione. Ma i citoyens pare vivano su Marte, credono a valori e ideali, alla forza dell’inerzia dei buoni propositi, ma poi, tuttavia, sono appecoronati dietro a gente che li ha condotti lì dove sono, cioè mooolto lontani da quello in cui dicono di credere con tanta fede nelle proprie capacità e impegno.
Perciò, mentre chiedono cibo ed equità, chiedono regole severe, ma poi chiedono libertà; chiedono opportunità (tutto fa brodo nel minestrone: un pizzico di femminismo, un po’ di solidarietà), ma bisogna tutelare la biodiversità, che se un contadino ammazza un qualche predatore, apriti cielo!
Dunque la Carta meneghina avrebbe potuto dire: sia chiaro che tra i diritti del contadino e quelli della cavalletta ha ragione il contadino… E invece il contadino deve stare attento alla biodiversità del suo campetto.
Ora: che il suolo e il mare siano sfruttati è vero. Che ci sia spreco pure. Ma sfruttamento e spreco sono figli di un sistema globale. Nelle “filiere brevi” gli sprechi sono meno e il suolo è più garantito che da avidi speculatori con abbastanza funzionari pubblici e politici compiacenti per poter ottenere quanto aggrada.
Ed ecco i citoyens intrepidi: stessi diritti, sia come piccoli imprenditori sia come grandi imprese.
Vitelli d’oro e altre illusioni
Sarà che tra gli sponsor di Expo 2015 c’è la Coca Cola, che ha inventato Babbo Natale, con renne, vestito rosso, barba bianca, cappello a pon pon e vocione… Chi crede a Babbo Natale può credere a quello che credono di poter fare i citoyens credendo e combattendo, mentre obbediscono alla dittatura che li innesca. Siamo noi, solo noi, come una curva da stadio, inneggiante ciascuno i nostri idoli in campo con la casacca del cuore. Con una differenza: in curva sanno che c’è un avversario. Qui sembrerebbe che i citoyens giochino da soli, anche se stiamo perdendo. Com’è possibile? Forse qualche peccato? Forse un peccato, originale, per cui non ci sarà menù che ci sfamerà? Non ci sarà pozzo d’acqua che estinguerà la sete? Eh sì, cari citoyens e caro Babbo Natale, è dura…
In quanto membri della famosa “società civile”, noi ci impegniamo a far sentire la nostra voce a tutti i livelli decisionali, ma sarebbe il caso di ascoltare una vocina che ricorda che manca Qualcuno nell’elenco.
Tutelare i lavoratori, informare i consumatori, promuovere la ricerca, preservare il “benessere degli animali” (dal tonno destinato alle lattine, al pollo ingrassato in 9 giorni, al vitello che darà cotolette…), ridurre gli imballaggi per non dover smaltire il pattume… Certo, una bella pianificazione, l’ingegno, l’organizzazione, la tecnologia, le leggi… NON salvano!
E, tanto per stare in Europa, le cervellotiche leggi comunitarie sono un mal di testa per molti cibi sani…
I citoyens del pianeta, convenuti a Milano per redigere la carta sembrano un tantino tentati dal menu di Santo Stefano: un bel riciclo di avanzi ideologici (globalisti, terzomondisti, liberisti, sessantottini, animalisti, femministi, ambientalisti, vegani e chi più ne ha, aggiunga pure, Babbo Natale incluso). E’ sintomatico che si parli di “sovranità alimentare” in un mondo che vuole abolire ogni sovranità locale a beneficio dei burattinai che tirano i fili sopra ogni frontiera. Nelle scuole verrà dato cibo biologico… si sa, le scuole possono permettersi il meglio, almeno fino alla mensa. Poi, per la carta igienica, ci pensino i genitori.
In un contesto abbastanza piatto e noioso, il finale è divertente:
«Poiché crediamo che un mondo senza fame sia possibile e sia un fatto di dignità umana, nell’Anno Europeo per lo sviluppo e in occasione di Expo Milano 2015, noi ci impegniamo ad adottare i principi e le pratiche esposte in questa Carta di Milano, coerenti con la strategia che gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno elaborato per sradicare il problema della fame entro il 2030».
I citoyens credono a quello che hanno scritto. Adotteranno i principi (le ovvietà) esposte, coerenti (? pensate per esempio al TTIP…) con le strategie elaborate. Chi ha fame si attrezzi per una quindicina d’anni. I citoyens hanno bisogno di tempo. Non fanno miracoli. Anzi, li escludono.
Da ultimo: interessante l’elenco dei firmatari. C’è un certo marchio di fabbrica. Inconfondibile.
Amen.
PS: non sono contro l’Expo, che ritengo un bene e una bella occasione.
Ma contro la retorica e gli idoli è sempre bene attrezzarsi. Babbo Natale NON ESISTE.